Secondo la relazione della Dia (Direzione investigativa antimafia) nel primo semestre del 2012 in Toscana ci sono state 842 operazioni sospette (l'8% di quelle totali in Italia) e la nostra regione è seconda dopo la Sicilia per denunce per impieghi di denaro di provenienza illecita.
83 sono stati i beni confiscati alle mafie: al primo posto ci sono le province di Firenze e Pistoia (17) al terzo Massa (12) e al quarto Lucca (8). La provincia di Lucca è stata interessata da 44 operazioni delle forze dell'ordine e nel territorio lucchese operano in qualche modo 31 gruppi criminali mafiosi: 13 clan della camorra - per i casalesi sono presenti le famiglie Bidognetti, Russo, Schiavone e Iovine - 6 della criminalità organizzata siciliana, 11 della ‘ndrangheta e la banda della Magliana.
I dati sono contenuti nella prima sintesi della Fondazione Caponnetto del rapporto sulle Mafie in Toscana di cui Lo Schermo aveva pubblicato qualche anticipazione a maggio.
"La Toscana -scrive la Fondazione Caponnetto- terra che storicamente non ha mai dato origine a forme mafiose, è un luogo in cui convivono varie forme di criminalità mafiose. Come sempre più spesso accade, la regola principale è quella di coesistere, possibilmente senza pestarsi i piedi e anzi, in alcuni casi, di fare insieme affari. Le mafie sono in continua evoluzione. Uno dei modi per fare investimenti sicuri, ad esempio, potrebbe essere quello di entrare nei grandi marchi della distribuzione, della moda o di altre attività economiche. Dalle ultime analisi e da numerose inchieste giudiziarie emerge che, fuori dai rispettivi confini regionali, le organizzazioni criminali autoctone collaborano effettivamente tra loro, spartendosi business a tutti i livelli. Pare che si siano suddivisi anche parte dei territori del centro e del nord Italia. Le infiltrazioni, oramai, vanno al di là della politica e riguardano tutti gli ambiti della nostra società, anche le Forze di polizia e la magistratura non sono immuni. Non c’è una fusione ma c’è un patto, una sorta di alleanza, per trovare il sistema utile ad accumulare introiti a cascata. Si può ad oggi affermare che questa evoluzione ha creato una nuova mafia, ancora più potente: la‘ndracamostra, originata dalla mescolanza delle tre più importanti organizzazioni criminali, ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra".
L'infiltrazione mafiosa in Toscana è ramificata in tutte le provincie, fra cui Lucca. I fatti di cronaca sono molti, spesso vengono raccontati dai giornali locali. Sono le punte dell'iceberg di un fenomeno che sta interessando in maniera crescente la quotidianità del tessuto economico e sociale locale, soprattutto in alcuni territori dove i metodi mafiosi ai danni di alcune imprese hanno assunto intensità e paragonabile a quella dei luoghi di origine dei clan.
Ma in Toscana le mafie non sono avvertite adeguatamente come un problema che riguarda tutti e deturpa la legalità e la giustizia del territorio, ma come una questione ancora lontana contro cui combattere -e l'impegno in questo senso è comunque forte- culturalmente tramite l'esercizio della memoria per le vittime e la sensibilizzazione. Il rapporto della Fondazione Caponnetto e questi dati possono aiutarci ad attrezzarci meglio.
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