Lo specchio di Borgonovo
Borgonovo ce lo ricordiamo nella Fiorentina insieme a Roberto Baggio. C'aveva una bella faccia e giocava bene. Rendeva in campo e nelle figurine Panini. Oggi annuncia al mondo che è affetto da SLA e lotta per restare in vita. La notizia più interessante non è il suo dramma umano (sbattuto in prima pagina come al solito), né l'aiuto che sta dando alla ricerca. E' la paura - che viene fuori in maniera un po' schizzofrenica dal ritiro della Nazionale - di tutti i calciatori odierni e di quelli che hanno vissuto la stagione degli anni '80 e '90.
Ci si specchiano i calciatori di ora in Borgonovo. Ed hanno paura. Questa è la notizia: hanno paura i nostri eroi nazionali. I giornalisti, con la solita "correttezza" superficiale, specificano che si parla di farmaci "leciti" quando si allude a quelli che, insieme agli altri elementi tipici della quotidianeità del calciatore, è certo che favoriscono l'insorgere di tremende malattie come queste.
Ma non si tratta solo di farmaci leciti ed è labile il confine fra essi e il doping. Sono cose che inquinano il calcio, lo sappiamo bene, l'hanno sempre fatto ed oggi le conseguenze, come la peste nella storia e nella letteratura, non si fermano ai piedi del castello chiuso e isolato dove il club dei miliardari in calzoncini costruiscono le loro fortune di fronte a milioni di italiani e tramite la guerra dei diritti televisivi.
Su queste cose ci insegna il grande ex calciatore Carlo Petrini che resiste e sforna libri gustosissimi e scomodi editi da Kaos. Leggiamoli.
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