Fra le varie conseguenze della scelta di approfondire il ruolo dei media nella società italiana, c'è la tortura di costringersi a vedere spesso un telegiornale. All'inizio ti arrabbi molto facilmente, dopo un po' impari a non sorprenderti mai, ti indigni con discrezione e il boccone che stai per mettere in bocca, perchè è l'ora del pasto, è meno amaro.
Cominci a tendere l'orecchio ai dettagli e apprezzi ancora di più giornalisti come Norma Rangeri che dei vizi pubblici della televisione sa e scrive da molti anni. Guardare la televisione fa male se non ti immunizzi prima, con l'immunità diventa una pratica molto utile. Stiamo parlando di telegiornali ovviamente, per il resto serve tempo.
Il telegiornale di fine regime è interessante perchè nei singoli servizi telegiornalistici arrivano i colpi di coda. Molto simili a quelli che la destra sta lasciando andare a destra e a manca (a sinistra non serve, se li tirano da soli). Ieri sera per esempio al servizio sul Tg2 sulla ragazzina scomparsa in provincia di Bergamo, la cui rappresentazione giornalistica dovrebbe essere cauta perchè ancora avvolta nel mistero, è stata aggiunta la voce popolare in chiusura di un bergamasco doc che afferma: "ci sono troppi immigrati qua". Fine, ultima parola, quella che è decisiva, che conta, che resta, a cui molti annuiscono come delle pecore. Speriamo bene.
Stasera invece sul Tg1, oltre a minimizzare le rivelazioni di wikileaks, arriva un servizio che racconta finalmente una buona notizia: a Napoli stanno smaltendo i rifiuti. Non si parla del Governo, ma di vari enti, fra cui il Comune di Roma stanno aiutando a smaltire, la situazione migliora. Qualche immagine, senza comunque avere idea di ciò che sta realmente accandendo, di dove verranno portati. Finisce il minuto: "a Napoli la scorsa settimana era arrivato Silvio Berlusconi". Sigla. Ora "Vieni via con me".
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