Pochi giorni prima dell'inizio di "Vieni via con me", Loris Mazzetti, capostruttura di Rai Tre e curatore del programma di Fazio e Saviano, mi aiuta con grande disponibilità a chiarire alcune questioni chiave sullo stato dell'informazione televisiva. Ne nasce un'intervista che il mensile su cui collaboro, Altreconomia, pubblica nel numero appena uscito.
Mazzetti lavora da 30 anni in Rai ed è stato braccio destro di Enzo Biagi. Ha pubblicato diversi libri, alcuni donati al nostro paese per coltivare la memoria del grande giornalista scomparso qualche anno fa.
Il libro di Mazzetti "La macchina delle bugie" è un manuale prezioso che va oltre la critica all'informazione "controllata" per svelarne i meccanismi reali. Credo che sia molto importante "svelare" i meccanismi: molto di più di qualsiasi lamento. Il mio pensiero nello scrivere "Informazione, istruzioni per l'uso", il libro che ho appena pubblicato con Altreconomia (a proposito: domenica 12 lo presentiamo alla libreria Lucca Libri ore 18), si concentra ogni giorno su questo concetto: i meccanismi. In fondo il lamento è uno vizio così dannoso al pensiero, lo impigrisce, lo cristallizza in una babele di luoghi comuni o meno comuni che non producono cambiamento. Penso poi che in Italia esiste un Presidente del Consiglio (chiamato impropriamente premier) che si lamenta in ogni istante dell'informazione e anche per questo dobbiamo fare qualcosa di più. L'intervista a Loris Mazzetti la trovate sul giornale (approposito: chi può si abboni ad uno spazio libero e indipendente), su nonchiedercilaparola pubblico con piacere alcuni stralci, perchè servono a capire quanto profonde sono state le trasformazioni degli ultimi decenni e quanto difficile siano da sradicare.
"Il rapporto della politica con l'informazione -risponde Mazzetti alla domanda se lo stato dell'informazione sia solo conseguenza del controllo berlusconiano- è cambiato totalmente nel momento in cui è arrivata la televisione commerciale. I politici hanno cominciato ad essere continuamente ospitati su tutti i programmi e non solo negli spazi canonici delle tribune elettorali. È stato un cambiamento epocale: oggi il politico smette di stare a contatto con la gente comune e lo fa solo attraverso la televisione. Male che vada, un programma piccolo e semi-insignificante, annovera comunque 400.000 telespettatori. Oggi piazze molto gremite non superano le 15.000 persone".
La conversazione segue: Tv pubblica e privata sono diverse? Cosa occorre per fare strada? Il digitale cambia qualcosa? Infine: cosa possono fare i cittadini?
"Se i cittadini -risponde- avessero un comportamento nei confronti della televisione simile a quello che ha nei confronti della sanità tutto sarebbe diverso. Per la propria salute, giustamente, attivano Tribunali del malato, associazione di consumatori, comitati. Se accade un caso di malasanità scoppia subito un pandemonio. In caso di malainformazione invece non succede mai quasi niente, perchè il cittadino non è a conoscenza dei propri diritti. Quando si va ad acquistare un televisore, portiamo a casa un imballaggio che contiene oltre allo schermo, anche un manuale di utilizzo utile a sincronizzare i canali e alla manutenzione dell'apparecchio. Nello stesso imballaggio ci dovrebbe essere anche un secondo libretto, il contratto di servizio che la Rai stipula con il Ministero. Tutti dovrebbero conoscerlo alla lettera perchè contiene i nostri diritti. C'è scritto tutto: da come tutelare i minori a come dovrebbero essere utilizzate le fasce orarie. Basterebbe farlo rispettare".
P.S.: Mazzetti ha subito già più di dieci provvedimenti disciplinari con un totale di venti giorni di sospensione. Con "Vieni via con me" ha superato i dieci milioni di telespettatori e con la vicenda di Maroni ha rischiato il licenziamento.
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