venerdì 10 dicembre 2010

Esistono ancora i diritti umani

Il dieci dicembre è giornata dedicata a celebrare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Si festeggiano i diritti umani, pur sapendo che quella del 1948 fu solo una tappa di un percorso lungo secoli e che per ancora molto tempo riserverà una tensione costante verso l'affermazione concreta dei diritti stessi.

Oggi ho avuto occasione di partecipare come moderatore ad una tavola rotonda con tre bravi docenti universitari che hanno esposto sul tema da altrettanti punti di vista diversi. La discussione è ruotata intorno al ‘I diritti dei popoli – Universalismo e differenze culturali’ (Laterza 2009) di Luca Baccelli. Si sono confrontati con l’autore, docente di Filosofia del diritto alle Università di Camerino e di Firenze, l’accademico dei Lincei, Pietro Costa dell’Università di Firenze e il filosofo Baldassarre Pastore (Università di Ferrara).

Suggestiva la questione di fondo che il libro di Baccelli affronta: i diritti umani sono universali o rappresentano il prodotto della cultura occidentale? Eppoi: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo ha ancora un senso? Si può continuare a parlare di Diritti umani nell’era delle guerre per esportare la democrazia?

Un uso e consumo dei diritti umani e del lessico dei diritti stessi a servizio degli interessi dei potenti è un dato certamente non nuovo. Il libro di Baccelli e il dibattito sull'universalità dei diritti umani pone la questione in maniera radicalmente nuova: è possibile partire dalla connotazione occidentale dei diritti per superare l'universalismo e affermare la loro carica liberatoria ed emancipatoria? Un lessico e una narrazione diversa sono possibili, rimettendo al centro la questione dei diritti contro i poteri che li utilizzano per esportare o imporre interessi particolari o illegittimi.

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